Svolge la sua attività espositiva dal 1951. Ha tenuto le seguenti mostre personali: Firenze, Galleria Numero, 1963; Macerata, galleria L'Arco, 1966; Pinacoteca Comunale di Macerata, 1978; Roma, Galleria SM13, 1967; Studio L'Arco, 1971; Padova, Galleria Primopiano, 1967; Cagliari, Galleria La Navicella, 1968; Graz, Forum Stadpark, 1970; Bologna, Galleria del Quartirolo, 1983; Bari, Galleria La Panchetta, 1984; Omegna, Galleria Spriano, 1985; Tolentino, Galleria Giraldi, 1985; Matera, Galleria La Scaletta, 1989; Bari, Galleria La Panchetta, 1990; Tolentino, Galleria Giraldi, 1990; Piacenza, Galleria Rosso Tiziano, 1993; Macerata, Galleria "Per Mari e Monti", 1993; Bari, Galleria La Panchetta, 1993. Numerose le partecipazioni in mostre collettive.
Nel 1992 è stato pubblicato "In Chartis Fabriano" curato da Nino Ricci e Luigi Teodosi, edito dalle Cartiere Miliani Fabriano, sull'uso della carta nell'attività degli artisti contemporanei.
La ricerca di Nino Ricci è vissuta in una condizione di luminosa ed assorta riflessione, si è nutrita di suggestioni familiari che non hanno sminuito, anzi propriziato l’avventura della rivelazione e della scoperta. Il suo ricorrente collegarsi alla poesia scritta rientra anch’esso in una logica di familiarità: in fondo, anche le pagine di un libro sono stanze abitate da una luce domestica. Ricci lo sapeva bene. Le sue felici incursioni nella pagina scritta, come illustratore di poeti, ne sono dimostrazione. I libri e gli ambienti dove abitualmente è vissuto (chi non ricorda la sua magnifica casa!) e dove si configurano le sue visioni, sono provvidi dispensatori di luce, di quella appunto che, bagnando le forme, si rivela anche sensibile scandaglio spirituale e poetico. Sulle parole e le immagini si riflettono segni di realtà lontane, rese ancor più remote dalla smemoratezza dei tempi. Con esse l’artista ha cercato contiguità e sintonia, nel presente, evocando la classicità, sperimentandola nell’attualità delle forme e dei linguaggi. Perché, la classicità - Ricci ne è stato consapevole – è una potenzialità dell’animo prima che scansione di storia e di tempo. Nei dipinti ad olio o ad acrilico, nelle incisioni, negli acquerelli, nelle tempere, nelle strutture plastiche realizzate in gesso o in cartapesta, compaiono forme di natura accostate ad altre che naturali non sono; denunciano un intervento dell’uomo, del suo lavoro, come per un confronto risalente ai primordi della storia. Una rappresentazione, quella di Ricci, basata su scarti minimali, ma di intensa suggestione; che guadagna la sua rappresentatività nella costruzione spaziale e nel gioco delicatissimo delle luci. Che siano forme di quarzi spigolosi ed esatti, o si modellino in volumetrie irregolari, è comunque certo che il fantasma della geometria è presente: come al centro di un crocevia attraverso cui passino le diverse strade, e si inseguano le diverse direzioni. C'è alla base di tale sistema linguistico e poetico una scelta, un'opzione in cui la forza mentale ed emozionale vuole assolutamente prevalere sulla visione netta o frastagliata della realtà. Ed un controllo condiziona continuamente la vista: la necessità di sintesi.
Nelle opere più recenti di Nino Ricci i contorni netti degli archetipi, forse assimilati dalla luce, appaiono sfrangiati. Verosimilmente le sue forme sono così perché hanno sfidato il tempo e la sua azione erosiva; vi risultano cancellate alcune certezze, ma non i desideri, non le nostalgie, non le speranze. Una regola resta comunque inalterata: è una visione che si offre allo sguardo ma soprattutto si rende oggetto di un sentire e d’un modo intimo di convivenza. Un grande artista ci ha lasciati, ne sentiremo il vuoto e ci mancherà il conforto del suo genio e della sua grande esperienza. Dovrà essere oggetto di approfonditi studi in futuro.
Lucio Del Gobbo
Bibliografia essenziale
Hanno scritto del suo lavoro, tra gli altri: J. R. Alfaro, G. Appella, V. Apuleo, G. Berincheli, G. Binni, G. Bonasegale Pittei, A. Bovi, F. Brinati, L. Dania, J. De Castro Arine, E. Crispolti, L. Del Gobbo, G. Di Genova, G. Giuffré, F. Gualdoni, V. Guzzi, L. Lambertini, G. Liuti, E. Maurizi, C. Melloni, M. Grazia Messina, S. Orienti, D. Pennacchioli, C. Popovici, V. Scheiwiller, A. Trombadori, A. Valentini, C. Vivaldi.